GLI ARGINI DI OGNI RUSCELLO // IL GRIDO DI MARIAGRAZIA ANGELINO

GLI ARGINI DI OGNI RUSCELLO // IL GRIDO DI MARIAGRAZIA ANGELINO

GLI ARGINI DI OGNI RUSCELLO

Povero mondo,
solo
distrutto
abbandonato.

Piangono le foglie
nel cielo annerito
dalle polveri
che tolgono il respiro.

E Tu, acqua,

Tu che rifletti il sole,
tu che sei amata,
tu che ci fai vivere.
Basti ancora per tutti?

Muore il mondo
senza di te
e muore il corpo
assetato nella mente…

Anche una sola goccia
va custodita
per gonfiare gli argini
di ogni ruscello…

01.07.2021 MARIAGRAZIA ANGELINO

GLI ARGINI DI OGNI RUSCELLO // IL GRIDO DI MARIAGRAZIA ANGELINO

La musicalità di questa poesia si scopre in un tono di aperto colloquio con la natura. Eppure nel ritmo cadenzato, nei toni rapidi e leggeri, che lasciano trasparire un pieno possesso dei mezzi espressivi, si avverte una tristezza di fondo. Si tratta di una disperata presa d’atto di una terra maltrattata, inquinata, distrutta dall’incuria delle persone, così poco disposte ad amare anche un solo filo d’erba.

Mariagrazia Angelino scopre una sua visione della realtà dei tempi attuali, tempi contrassegnati dalla poca disponibilità a custodire i beni che la madre-terra elargisce. Dolorosissima e commovente l’immagine delle “foglie nel cielo annerito dalle polveri che tolgono il respiro”. È chiara la denuncia della poetessa per l’assenza di rispetto e il disamore per gli alberi, per le verdi distese di prati che donano amore e respiro agli uomini. Altrettanto sofferto è il lamento per “l’acqua”, per l’elemento primo della vita.

Ma la riflessione sulle manchevolezze dei comportamenti umani si approfondisce nel verso “muore il corpo assetato nella mente”. Si tratta di una constatazione oggettiva e psicologica che svela una decadenza della ragione umana. Una decadenza che lascia trasparire una chiara e decisa condanna della pochezza morale ed intellettuale di tutta la civiltà.

Commento a cura della Redazione

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